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A Bruxelles tutta l'attenzione puntata sul settore agricolo e floricolo ligure
Regione Liguria e Associazioni di Categoria a colloquio con gli organi di governo U.E.
Nell'ambito dell'iniziativa intitolata "Liguria tra Europa e Mediterraneo", organizzata dalla Regione Liguria nella capitale belga martedì 1° febbraio, il Presidente della Giunta, Giancarlo Mori, il vice presidente Mazzarello, l'assessore Margini, insieme ai rappresentanti delle organizzazioni di categoria del lavoro autonomo e dipendente, tra cui Giancarlo Cassini, hanno posto agli organi di governo dell'Unione Europea i problemi della nostra zona.
Particolare importanza è stata assegnata alla situazione in cui si trovano l'agricoltura e la floricoltura in Liguria. In questa occasione è stato presentato un documento regionale, appositamente predisposto, che enuclea i principali problemi del settore floricolo ligure. Questi i cinque punti in cui è suddiviso il "Documento di sintesi su floricoltura ligure ed U.E.".
Rinegoziazione degli accordi internazionali WTO/GATT/LOMÈ:
l'obiettivo è quello di limitare, prevedendo precise clausole, le importazioni di fiori recisi anche attraverso misure fitosanitarie, quantitative, merceologiche e temporali, con particolare riferimento al periodo invernale; altra richiesta posta in evidenza è quella di ottenere dall'Unione Europea più agevolazioni finanziarie per la realizzazione di nuovi investimenti nell'ambito dei prodotti florovivaistici nei Paesi Extra U.E.
Promozione del fiore:
sensibilizzare l'Unione Europea sull'importanza della promozione del consumo di fiori in Europa e in tutto il mondo; l'U.E. deve di conseguenza stanziare risorse economiche in misura adeguata.
Marchio di ecocompatibilità:
occorrono misure che consentano ai produttori associati di disporre della strumentazione tecnica e delle conoscenze atte a rendere fattibile la produzione con i nuovi processi ecocompatibili; l'esigenza è inoltre quella di poter produrre prodotti floricoli ecocompatibili a costi economicamente sostenibili, individuarli con apposito marchio, diffondere e promuovere la conoscenza del marchio anche attraverso appositi finanziamenti pubblici.
- Distretti floricoli: è necessario rendere operativo, attraverso legislazioni e risorse economiche, il sistema dei distretti floricoli (aree ristrette e omogenee, contenenti tutti i livelli caratteristici della filiera) attorno al proprio nucleo fondamentale che è costituito dal Sistema Mercato.
- Interventi per la commercializzazione: è essenziale individuare le tendenze del consumo per aree geografiche dei singoli prodotti floricoli, mettere a disposizione dei produttori specie e varietà innovative, sperimentate in apposite aziende dimostrative, coordinare e rafforzare il sistema dei mercati all'ingrosso alla produzione, anche attraverso la modifica della vigente legislazione in materia, favorire l'aggregazione delle imprese produttrici in forme associate. Tutto ciò al fine di dare realmente possibilità commerciali alle imprese produttive liguri, quasi totalmente a carattere familiare e di dimensioni medio-piccole.
Sempre a Bruxelles, il giorno successivo, la delegazione ligure rappresentante il settore floricolo ha incontrato il responsabile Organizzazioni Comuni di Mercato, dr. Aldo Longo, per discutere la situazione in cui si trova il comparto ed indirizzare, di conseguenza, l'azione dell'Unione Europea sulla base dei problemi e delle istanze della floricoltura ligure.
I Mercati incontrano il Ministro De Castro
È stato molto importante anche l'incontro organizzato mercoledì 2 febbraio dal presidente dell'Ucflor, Giancarlo Cassini, presso la sede del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali.L'incontro ha rappresentato la conclusione operativa del convegno sul ruolo dei mercati, tenutosi all'interno del Mercato di Valle Armea nel novembre scorso, in occasione di "Fioritec '99". I rappresentanti dei sette mercati floricoli alla produzione italiani (Sanremo, Viareggio, Pescia, Ercolano, Leverano, Taviano, Terlizzi) hanno discusso con il Ministro, Paolo De Castro, su alcune questioni fondamentali:
- il ruolo dei mercati, quali centri di aggregazione della domanda e dell'offerta e di fornitura servizi, anche attraverso la costituzione di una rete di collegamento dei Mercati;
- i distretti floricoli,
- la necessità di individuare, all'interno del M.I.P.A.F., un responsabile per il settore floricolo, fino ad ora non previsto.
Tutto questo nel quadro della predisposizione definitiva del Piano Nazionale Florovivaistico. La bozza redatta nel corso del '99 dal Ministero non conteneva alcun cenno sui mercati floricoli alla produzione e sulla loro importanza nel settore. L'obiettivo dei Mercati è quello di integrare il Piano Florovivaistico, in modo che sottolinei il loro ruolo e preveda misure legislative ed economiche atte a far sì che possano svolgere una funzione trainante nel settore floricolo.
La protesta degli agricoltori Liguri viaggia su CD Rom
La protesta degli agricoltori liguri viaggia su CD. Gli oltre 5000 agricoltori che il mese scorso in tutti gli uffici della CIA della Liguria hanno sottoscritto il testo di un documento contenente le proposte, della Confederazione Italiana Agricoltori per un fisco più giusto e sopportabile
sono ora su CD rom. Infatti il documento e le firme raccolte sono state trasferite sul supporto informatico e copie dei dischi sono stati inviati al Presidente del Consiglio, al Ministro delle Finanze ed al Ministro dell'Agricoltura.
L'obiettivo di questa "petizione informatica" è quello di sollecitare l'emanazione di provvedimenti urgenti e definitivi su IRAP, IVA, costo del Gasolio, estimi catastali . Il tema della fiscalità in agricoltura è da tempo, infatti, al centro delle rivendicazioni della categoria ed è particolarmente sentito dalla azienda ligure. La situazione è divenuta insostenibile e le questioni non più rinviabili, pena un danno al tessuto produttivo regionale irreparabile.
La nostra richiesta è quella di una revisione complessiva della politica fiscale in agricoltura, basata su principi di semplicità e sostenibilità, privilegiando sistemi forfetari di determinazione del reddito, adeguati alla tipologia di imprese,nella stragrande maggioranza a conduzione familiare, che costituiscono l'ossatura portante del settore.
Le nostre richieste
Abbiamo richiesto che sia definitivamente stabilita un'aliquota ridotta per l'IRAP, confermando l'attuale 1,9%. Tale aliquota, infatti, ha prodotto un gettito consistentemente superiore a quanto gli agricoltori pagavano con i tributi sostituiti dalla nuova imposta.
Per quanto concerne l'IVA abbiamo richiesto una proroga del regime speciale fino al 31.12.2000. Ciò al fine di consentire un riordino delle aliquote, assai più elevate rispetto a quelle praticate dai nostri partners europei, e la messa a punto di trattamenti sermplificati per le aziende con volume d'affari limitato. Sul gasolio agricolo abbiamo ricordato che stiamo sempre attendendo l'emanazione di un provvedimento che determini la riduzione dell'accisa sul prezzo del combustibile utilizzato per gli usi agricoli. In virtù del dlgs.173/98, questo sarebbe dovuto avvenire già dal gennaio 1999.
Le tariffe d'estimo applicate alle colture orticole e floricole della nostra regione, risultano 10-20 volte superiori a quelle determinate per le stesse colture in altri areali produttivi del nostro Paese. Questo significa un prelievo fiscale per tributi locali (ICI) e per i contributi previdenziali, fortemente sperequato a danno delle imprese liguri, con evidente effetto di distorsione sulla concorrenza.
Occorre definire quale fisco per l'agricoltura
Questi quindi i punti delle nostre richieste alle quali si aggiunge quella della ripresa del confronto tra Governo ed Organizzazioni Agricole per giungere, in tempi rapidi, alla definizione di una proposta complessiva sulla fiscalità in agricoltura. È necessario però che il confronto possa essere vero. Pertanto bisogna che non vengano assunte ulteriori decisioni in materia fiscale, che diventano poi dei "vincoli" che non permettono una contrattazione vera. Per questo è necessario che sia immediatamente corretto il pasticcio in materia di IVA, determinato
dall'art. 60 della Finanziaria 2000, che crea ingiustificate disparità di trattamento fra aziende e complicati sistemi di registrazione contabile e di determinazione dell'imposta.
Correggere intanto quell'errore costituisce il primo banco di prova della reale volontà del Governo di operare in tale direzione.
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