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maggio 2000 - Pagina 6
Il limone:
Un frutto profumato che ci arriva da lontano
Il limone (citrus limonia), della famiglia delle Rutacee, sia con buccia gialla o verdastra, liscia o rugosa, è originario dell´Asia. Da noi rallegra i giardini, la costa, le colline e un tempo era un prodotto che, con altri agrumi, aiutava a sostenere il magro il bilancio familiare. La sua vegetazione è continua e molte sono le varietà: marzano, primofiore, biancuzzo, agostano, verdello, bastardo, a seconda del periodo di maturazione.
In Italia occupa il 30 per cento della superficie destinata ad agrumeto e le coltivazioni si trovano in Sicilia (93 per cento), Calabria (3 per cento), Campania (3 per cento). Ma i maggiori coltivatori sono la California del Sud, la Spagna e la Siria, mentre da noi se ne producono 3 milioni di quintali. Una buona pianta che, se non intaccata dai parassiti, offre prodotti anche per oltre 80 anni.
Come viene utilizzato il limone? Nella farmaceutica, in profumeria, ed anche per rallegrare le feste come succede nella vicina e confinante Mentone.
Una frittura di pesce necessita di una spruzzata di limone, così come un aperitivo deve averne almeno una buccia. Sostituisce l´aceto nel condimento delle insalate e quando ai figli non troppo robusti veniva somministrato un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo (non certo piacevole) lo si accompagnava con una fettina di limone zuccherato. Difficile dire dove il limone non trova spazio: anche la sua buccia viene proposta candita e gradevole nelle pasticcerie ed era utilizzata anche dalle nonne.
Arrivano le peperette
Anche da noi sta per iniziare la raccolta
Non è frutto costoso, ma sicuramente gustoso e piccante che trova ampio spazio nella nostra cucina. E´ più ricercato del suo parente più rigoglioso: il peperone arrivato a noi dal Brasile e coltivato a ciclo annuale pur essendo pianta perenne.
I suoi fiori sono bianchi ed i frutti di colore verde, rosso, giallo e più sono di forma grande e più sono dolci ( in particolare le coltivazioni a Carmagnola in Piemonte) e sono utilizzati solitamente per "bagnettare" o per la famosa bagna cauda.
Le peperette vengono spesso abbinate alla Calabria, mentre le maggiori produzioni si trovano nel Veneto, come del resto il miglior peperone rosso e giallo non è quello piemontese bensì quello spagnolo. Ma non è il caso di impegnarci a stabilire classifiche quando si è di fronte ad un fatto certo: il peperoncino fa bene ed è molto gustoso.
In qualsiasi piatto, primo o secondo apporta notevole gusto. E´ il protagonista di una pasta con olio, aglio e, appunto peperoncino.
Messo in padella, bucato, sempre con olio ed aglio rappresenta un contorno appetibile, ma si può consumare anche crudo. Accompagnato da pane fresco è sicuramente "stuzzicante".
Non fa male ed il fisico lo accetta volentieri in quanto non solo non crea danni ma, al contrario è curativo. I calabresi vanno orgogliosi e sono fieri delle loro peperette con il convincimento di aver conquistato gran parte della cucina italiana ed europea ed anche gli Stati Uniti, come hanno fatto anche con i broccoletti.
I peperoncini o peperette hanno ottenuto spazio anche nel mondo floricolo, proponendosi per le decorazioni con l´ampia gamma dei loro bei colori.
Maggio: la rosa è regina!
E´ un fiore antico, coltivato negli antichi giardini babilonesi, poi dagli assiri e dagli egizi.
Se ne conoscevano già più di 100 specie nelle zone extratropicali e boreali e veniva usata come ornamento, per l´estrazione di profumi ed olii e nella farmaceutica per curare, con decotti dei suoi petali, anche la diarrea.
La poetessa Saffo la definì "la regina dei fiori" e della rosa tra gli altri scrissero anche Ippocrate, Teofrasto, Virgilio e Plinio il Vecchio.
Non ruba nulla agli altri: se ne sta aristocratica e un po´ altezzosa ad attendere il giusto applauso. I coltivatori che da oltre un secolo hanno compreso il valore della rosa l´hanno "catturata" per ricavarne tante varietà commercializzabili.
Ma quante sono attualmente? L´Ucflor ha proposto un depliant dal titolo "Rose e garofani" quale invito a frequentare il Mercato dei Fiori di Valle Armea e conoscerle di più. E´ una antologia delle principali varietà di rose e garofani reperibili sul mercato di Sanremo, con una presentazione del presidente Giancarlo Cassini. Un susseguirsi di foto a colori per una più facile identificazione della presente produzione che, partendo dalle 100 specie dei giardini babilonesi, grazie allo sforzo ed alla intelligenza degli ibridatori, ha ottenuto diversi colori, lunghezza di gambo; fiore più resistente dopo il taglio, disponibilità alla riproduzione. Nel leggere il depliant della Ucflor si rimane frastornati dalla bellezza dei colori che inebriarono anche Claude Monet, e dalle varietà che, forse, da una rosa "canina", hanno conquistato il mondo: prima l´Europa e poi gli Stati Uniti.
E´ morto Bartali
....e un giorno Gino ci disse
di Giancarlo Lora
Papà Barale, corridore professionista di origine piemontese, festeggiava gli 80 anni; con Bartali aveva disputato il Giro d´Italia e il Tour de France e Gino volle essere presente a festeggiare nella villetta a mezza collina, tra i fiori di Bordighera.
Venni inviato e mi riservarono il posto d´onore accanto al vincitore del Tour edizioni 1938 e 1948. Era giunto in auto da Firenze in mattinata e ripartì nello stesso pomeriggio.
Da buon toscano, nato a Ponte a Ema il 18 luglio 1914, si dimostrò instancabile parlatore e chi scrive, da giornalista, gli pose una domanda indelicata: E´ vero che Fausto Coppi si aiutava con prodotti farmaceutici? "No - fu la risposta - Ad una tappa del Tour lo vidi gettare in una fossa una bustina. Mi fermai a raccoglierla: conteneva una sostanza innocua."
Scalatore, si rivelò velocista, battendo in volata in una Milano-Sanremo lo specialista Van Steenbergen.
Si favoleggia che la sua vittoria al Tour del 1948 evitò lo scontro di piazza dopo l´attentato dello studente siciliano Pallante a Palmiro Togliatti, segretario del PCI.
Gino Bartali era troppo intelligente per crederci!
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