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taggiasca.com
giugno 2000 - pagina 6
Ventimiglia
La fantasia degli uomini ha creato molte manifestazioni per intrattenere, per riproporre anni di storia, per ricordare il passato ed anche per sottolineare le attività produttive.
I fiori, ovunque sono presenti anche perché un omaggio floreale viene gradito da tutte e da tutti: è troppo delicato e romantico per trovare rifiuto.
Ventimiglia mette in cantiere la trentanovesima Battaglia dei Fiori, che l´attore Cary Grant definì il più grande spettacolo del mondo. E´ per il 18 giugno e, forse, con i tempi lunghi che hanno i mensili, quando "Terra di Liguria" giungerà nelle vostre case (speriamo sempre gradito) la battaglia dei fiori sarà già stata "combattuta". Ma intendiamo proporre il "sacrificio" delle nostre centinaia di migliaia di fiori per dare vita alla festa che anticipa di pochi giorni l´estate.
Dove ci sono i fiori c´è allegria e, in altre occasioni, ricordo e rispetto.
Ad una ragazza in costume bianco rosso con una cascata di capelli biondi, sullo sfondo delle acque del Roja che vanno ad abbracciare il mare e la città vecchia il compito di annunciare l´incruenta "battaglia"
Giugno: un mese ricco di ricorrenze!
Sabato 24 giugno abbiamo la festività di San Giovanni Battista, pescatore e figlio di Zebedeo.
Un nome che trova molti festeggiati anche con il diminutivo di "Cecin". In quel giorno si "astrac-cano" sulla spiaggia le "barchette" chiamate di San Giovanni che, se mangiate, provocano soltanto dissenteria.
E' tradizione avere in tavola, nelle sagre rivierasche e nelle famiglie, la frittura di "pignurin".
Giovanni fu il più giovane e prediletto Apostolo di Gesù e nei dipinti che ricordano l'ultima Cena viene proposto appunto al Suo fianco con il capo appoggiato alla Sua spalla. Si fa risalire a Giovanni il IV Vangelo scritto in greco, anche se sono molti gli studiosi a contestare tale tesi.
La domenica successiva, il 25, ricorre il Corpus Domini, cioè il "Corpo del Signore", anche se la vera data storica è quella fissata da Papa Urbano IV con la Bolla "Transiturus" del 1264 che ne fissò la festività il giovedì dopo la prima domenica di Pentecoste.
L'annuale festività cattolica ebbe luogo nel 1246 ad opera dei canonici di San Martino di Liegi su ispirazione della beata Giuliana di Mont Cornillon, ripresa da Ugo di Saint Cher in Germania.
Un tempo, quando il traffico lo consentiva, lungo le strade si snodava la processione serale con il sacerdote sotto il baldacchino, con le vie cosparse di petali di rose, e con tappeti esposti alle finestre ed ai balconi.
Gli Apostoli Pietro e Paolo sono stati accomunati il giovedì 29 giugno, anche perché andarono a lungo a predicare insieme.
Paolo, in ebraico Saul, fabbricava tende e, forse, a Roma venne decapitato.Di lui si ricordano le lettere ai Corinzi per richiamarli alla fede di Dio.
Pietro è un altro Apostolo pescatore, figlio di Giona e Giovanni, il cui nome originario venne mutato in Kefa, che in aramaico significa "pietra", e che per tre volte tradì il Maestro ma si riscattò e venne crocifisso con la testa all'ingiù. Ebbe in consegna le chiavi del Regno dei Cieli dategli da Gesù per la sua apertura e le chiavi poi divennero lo stemma dello Stato Pontificio.
Per tornare ai giorni nostri, trattasi di festività che non vanno dimenticate. Coloro che amano festeggiarle con una presenza in chiesa fanno bene, in quanto le processioni di un tempo , dove tante ragazze trovavano marito, sono ormai solo un ricordo.
Ma le feste in famiglia sono legate ad antiche tradizioni, e rappresentano un momento per incontrare parenti ed amici, mettere a cuocere un coniglio "du stagiu", mangiare ravioli di borragine e bere, tutti insieme un buon bicchiere di vino
Solstizio d´estate: il giorno più lungo
Il 22 Giugno si registra la massima distanza apparente dall'equatore celeste: è il solstizio (dal latino Sol e Statio) d'estate con il giorno più lungo dell'anno. Poi, lentamente, le ore di sole inizieranno a diminuire per riprendere ad aumentare dal prossimo gennaio.
Sole, luce, caldo, in generale si ha più voglia di vivere ed anche la terra è generosa nell'offerta dei suoi prodotti. Verdure, frutti ed anche il mare si fa più pescoso ed il bosco contende al coltivato quanto vi è di meglio.
Il selvatico, nella sua modestia, è pur sempre il più gustoso e le insalate di campo, accompagnate da una "dausa" d'aglio, cipolline, erba cipollina, ravvivano lo stare a tavola anche se vi sono soltanto uova sode.
Ma l'estate dà spazio anche al "pan e pumata" (spetasà), cioè schiacciata con le mani in una "grisa" di pane, con "baisgliarico" (basilico), aglio "sfretasau" (strofinato). Se vi è anche coniglio du "stagiu" con olive taggiasche, la cena in se "l'asa" (spiaggia) è pronta e desiderabile per tutta l'estate. Antica tradizione che ricorda il mondo contadino.
Nella "cavagna" (cesta) le donne mettevano il pane e pomodoro, i fiori ripieni, il coniglio con le olive e la bottiglia di vino. Si attendeva il marito che, dopo una lunga giornata di lavoro nelle coltivazioni delle colline, raggiungeva la famiglia in riva al mare: prima un bagno rinfrescante dove l'acqua sciaborda, tutti insieme poi la cena.
Se gli amici coltivatori/e pescatori avevano fatto un buon pescato (le due attività si sono abbinate per molti anni) vi era l'aggiunta di un pesce messo a cuocere con olio, aceto, cipolla, e poi fatto riposare per essere servito freddo... senza dimenticare l'aglio.
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