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taggiasca.com
la potatura
La potatura riveste,tra tutte le pratiche colturali, un ruolo fondamentale
per la produzione.
Nella nostra zona praticamente non è mai esistita una vera e propria forma di allevamento, cosicchè le piante nel tempo sono cresciute in forma irregolare.
La potatura era basata esclusivamente sul concetto di rimonda (rinnovamento periodico e casuale delle branche di diverso ordine). In sostanza si eliminavano solo rami secchi o cariati senza tener conto di null'altro.
Per questo gli olivi sono cresciuti a dismisura con ceppaie molto estese costituite da molti rami che col tempo sono divenuti veri e propri alberi indipendenti.
Ora si tende a ristrutturare il vecchio albero in modo da rendere agevoli tutte le operazioni colturali (potatura, trattamenti antiparassitari e raccolta).
Si pensi al nuovo metodo di stendere le reti: cucite una all'altra fino a formare un'unico lenzuolo grande quanto tutto il podere.
Chi ha già adottato questo sistema ha anche notato come sia ingombrante e poco pratica la vecchia ceppaia composta da tanti rami: molto meglio un'unico tronco vigoroso e ben formato.
L'albero "moderno" non deve superare l'altezza di 3,5-4 metri e il diametro della chioma di 5-5,5 metri.
La forte espansione diametrale della chioma e la migliore illuminazione della superficie esterna assicurano sensibili incrementi produttivi che devono essere sostenuti da adeguati apporti nutritivi attraverso una corretta tecnica di coltivazione e possibilmente anche da irrigazione.
La forma che viene ad assumere la chioma può definirsi un vaso piatto acefalo ed è chiamata "forma di allevamento ad ombrello".
La struttura ad ombrello sostanzialmente si consegue attraverso l'impostazione di due branche opposte che, ad una certa distanza dall'inserzione, si biforcano in quattro branche ortogonali permanenti (branche principali) inserite a coppia su due diversi livelli del tronco in posizione terminale.
Lo sviluppo iniziale di ciascuna branca avrà un andamento leggermente ascendente. su ciascuna branca principale si stimolerà
la formazione di branche secondarie, che assumeranno posizione orizzontale per assicurare l'espansione della chioma.
Sulle branche secondarie, per sucessive ramificazioni, si imposteranno le branche terziarie a pendaglie (pendane, in dialetto).
Sulle pendaglie si formeranno numerose branchette ricche di rametti di un anno in grado di assicurare un'abbondante fruttificazione ed un continuo rinnovamento di germogli destinati a fruttificare l'anno successivo.
Questa forma di allevamento nella nostra zona si raggiunge con relativa facilità in quanto la cultivar Taggiasca ha un portamento pendulo.
Insitiamo sulla necessità di mantenere un'unico tronco, sia per accelerare l'operazione di ristrutturazione della pianta, ma anche per
l'effetto estetico più gradevole che conferisce alla pianta il singolo tronco rispetto alla chioma policaule (ceppaia con tanti tronchi), ed anche per favorire le operazioni di "sbattitura" e di posa delle reti.
L'albero è vivo, cresce, si muove. È dunque necessario mantenere la forma mediante le potature che dovrebbero essere annuali. Qui di seguito si spiegherà come dovranno essere condotte.
Partendo dalla base, ceppo, si avrà cura di eliminare tutti i germogli. (sinonimi: succhioni, polloni, maschi; in dialetto: sagatte, sferle)
È necessario lasciarne uno o due solo se si prevede di eliminare il tronco principale perchè guasto.
Il tronco e le branche principali dovranno essere libere da polloni e rami da frutto; i rametti da frutto devono essere tutti all'esterno della chioma e
un pollone deve essere lasciato solo per formare una branca secondaria se l'albero ne è sprovvisto.
Un succhione dovrebbe essere lasciato all'innesto delle branche principali con le branche secondarie perchè "succhiando" linfa permette una migliore irrorazione dell'albero ed evita la formazione di altri polloni che insorgono numerosi specie in prossimità di tagli.
Questo maschio sarà eliminato l'anno seguente quando, divenuto ingombrante, darà fastidio oppure farà salire l'albero oltre
l'altezza desiderata.
Se l'albero è ancora informe, a causa di ristrutturazione, i polloni che dovranno essere lasciati per ricostruire le future branche principali e/o
secondarie, devono essere scelti tra quelli più orizzontali.
Nel caso si fosse in presenza di ceppaia policaule, occorrerebbe selezionare il ramo più bello, diritto e vigoroso sul quale impostare la forma ad
ombrello. Gli altri rami dovrebbero essere spuntati in modo tale che la chioma dei secondi rimanga sotto e non interferisca con l'espansione della chioma dei primi.
Negli anni successivi, mano a mano che l'albero principale si espande, si provvederà all'eliminazione graduale.
Lo sfoltimento delle pendaglie, deve essere fatto con oculatezza per non correre il rischio di eliminare i rametti di un'anno, che sono
quelli fruttiferi.
Innanzi tutto occorre curare bene la ramificazione delle pendaglie e per fare ciò, come si vede nell'immmagine a lato, eliminare i rametti interni.
Per quanto riguarda i rametti fruttiferi, guardiamo
l'immagine a lato dove sono presi in esame i rametti degli ultimi due anni: il ramo grosso è di due anni mentre i piccoli sono dell'anno scorso e
quelli superiori sono fruttiferi, mentre quelli inferiori hanno esaurito la loro produttività e sono quelli da eliminare.
Mai eliminare quelli in punta del ramo di 2 anni!
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