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l'oliva in letteratura: Maria Castellini
L'autrice, prima di intraprendere la carriera di insegnante, ha collaborato con due importanti testate giornalistiche: Il Lavoro e Il Secolo XIX.
Successivamente, primari riconoscimenti le furono attribuiti negli anni dal'82 all'87 in seguito alla partecipazione a numerosi concorsi di poesia.
Le migliori tra le poesie premiate sono presentate in questo volume.
Nel maggio del 1995 ha pubblicato: Un uomo in terra di ulivi (Odissea '45); di questo volume è stata fatta una seconda edizione nel febbraio 1996.
L'autrice continua la collaborazione con significative riviste di tradizione locale.
In questa pagina una selezione dal volume "Una collana di mele", (Gribaudo).
(vedere il glossario per la pronuncia dei detti in dialetto)
E Pâne
Quânde, a mazzu, e pâne i destriga sutt'ai erbui, in tappeu de margaitèn ti senti, int'ù so prufummu
amau, a vuxe di toi veggi ch'a te dixe: -Nu ne tradì, continua a travaiò.-
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Le mignole
Quando, a maggio, le mignole allargano sotto gli alberi un tappeto di perline, tu senti, nel loro profumo amaro, la voce dei tuoi vecchi che ti dice: -Non ci tradire, continua a lavorare.-
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Mâi
Int'è 'sti nosci paisi, de tera magra dai pruventi scarsi u gh'è sempre stau in gran rispettu p'u seù che i hommi
i daxeva a a tera: ch'u ne ghè mancasse mai i sodi p'u sigòiu o p'u gottu de ven. Ma u cumòndu
a l'axeva sempre a donna: a mâi a dirigeva ca e campagna; a mâi i mesurava e urive inc'u gumbaiö,
tiendu autu u prexiu, a mâi a chinâva in cantina, a piâ u vèn. A l'eia a mâi ch'a serneva u bon
dau grammu: e e famìe i faxeva sempre bella figüra.
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Madre
In questi nostri paesi di terra magra, dai proventi scarsi, c'è sempre stato un gran rispetto per il sudore che gli uomini
davano alla terra: che non gli mancassero mai i soldi per il sigaro, o per il bicchiere di vino. Ma il comando l'aveva sempre
la donna: la madre dirigeva casa e campagna; la madre misurava le olive col frantoiano, tirando alto il prezzo,
la madre scendeva in cantina a prendere il vino. Era la madre che sceglieva il bene dal male: e le famiglie facevano sempre bella figura.
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Avrì
quânde d'ins'a simma de Berta u te ven incontru u prufilu da Tüscona, traversendu u lâgu de luxe
bagnâ de u su d'avrì ti senti a furtuna de esse nasciüa lì, int'è 'sta conca de sette belesse
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Aprile
Quando, dalla cima di Capo Berta ti viene incontro il profilo della Toscana, attraversando un lago di luce baciata dal sole
di aprile, tu senti la fortuna di essere nato lì, in questa conca delle sette bellezze.
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